Villa Bardini riapre gli spazi espositivi con la mostra su Galileo Chini
Pubblicato il 22 Ottobre 2021
Dal 7 dicembre al 25 aprile 2022, l’esposizione ‘Galileo Chini e il Simbolismo Europeo’, dedicata al pittore, illustratore e ceramista fiorentino che è stato il maggiore esponente italiano del gusto Liberty e uno dei maggiori interpreti europei dell’Art Nouveau
È focalizzata sugli anni giovanili di Galileo Chini (Firenze 1873-1956), che lo resero famoso internazionalmente, la mostra intitolata ‘Galileo Chini e il Simbolismo Europeo’, che si terrà dal 7 dicembre 2021 al 25 aprile 2022 a Villa Bardini. L’esposizione, a cura di Fabio Benzi, promossa da Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, segna la riapertura degli spazi interni della villa rimasti chiusi a causa della pandemia. Saranno esposti oltre 200 pezzi fra dipinti, disegni, illustrazioni e ceramiche, in un susseguirsi continuo di legami e parallelismi fra l’artista e l’arte internazionale che lo ispirò e che a lui si è ispirata. Saranno presenti opere dell’ambiente artistico tra simbolismo francese e mitteleuropeo, tra preraffaellismo e secessioni, che vede intrecciare il percorso di Chini con quello di artisti come Auguste Rodin, Gustav Klimt, Max Klinger, Ferdinand Hodler, William de Morgan, Aubrey Beardsley, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Odilon Redon, Félix Vallotton, Pierre Bonnard e molti altri.
La mostra prende in esame i primi 20 anni della vita artistica di Chini, dagli esordi alla Prima Guerra Mondiale, improntati dall’appassionata adesione al clima del Simbolismo internazionale, che lo resero fra i maggiori artisti italiani dell’epoca e tra i più conosciuti all’estero, ammirato anche da artisti d’avanguardia che avrebbero rivoluzionato l’arte italiana, come Umberto Boccioni. Chini incarnava un’ideale di modernità nell’Europa di quel periodo e partecipò con grande successo alle maggiori esposizioni internazionali (Torino, Parigi, Monaco, Bruxelles, San Pietroburgo, St. Louis).
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