Un’alleanza per l’artigianato artistico. È stata siglata tra Acri, Unioncamere, Cna e Confartigianato

Pubblicato il 17 Luglio 2013

Un’alleanza per l’artigianato artistico. È stata siglata tra Acri, Unioncamere, Cna e Confartigianato

Sarà una vera e propria alleanza con il mondo dell’artigianato artistico quella che le Fondazioni di origine bancaria potranno realizzare nei prossimi mesi sui loro territori, grazie a un importante Protocollo d’intesa che, a loro nome, oggi l’Acri ha firmato con Unioncamere e le due associazioni di categoria: Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Confartigianato Imprese. La presentazione di questa innovativa intesa è stata lo spunto per la tavola rotonda dal titolo “L’Artigianato artistico. Tra memoria e innovazione, nuovi orizzonti per l’occupazione giovanile”, in occasione della quale sono intervenuti Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri; Giampiero Maracchi, presidente della Commissione Artigianato Artistico dell’Acri e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (nella foto con il Ministro); Giorgio Aguzzi, vicepresidente nazionale di Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa; Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese; Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico, che ha concluso i lavori ed ha affermato:

“L’artigianato è un settore fondamentale per il nostro sistema produttivo, che va adeguatamente supportato e valorizzato, soprattutto in questo momento di forte crisi.

La figura dell’artigiano, proprio perché legata alla tradizione, oggi può offrire un prodotto unico, di alta qualità, personalizzato e riconoscibile. Per questo occorre puntare sempre più su un’idea nuova di fare impresa, che passa anche attraverso la valorizzazione del mondo artigiano e artistico. Al contempo, è necessario favorire percorsi formativi che mettano i giovani nella condizione di apprendere professionalità qualificate e di cimentarsi in un settore che può offrire loro significativi sbocchi occupazionali. L’altro punto di forza consiste nel riuscire a fare rete, creare alleanze strategiche tra tecnici, ritrovarsi in piattaforme digitali. In questa direzione va il Protocollo d’intesa siglato oggi che io apprezzo molto”.

Ha moderato il dibattito Maria Latella, direttore del settimanale “A”.

Il settore dell’artigianato sta soffrendo molto. Tra il 31 marzo del 2009 e il 31 marzo di quest’anno, scaturisce dalla banca dati di Unioncamere, il numero complessivo di società attive nei settori dell’artigianato artistico è calato del 7,15%: erano 88.335 quattro anni fa, sono 82.023 nel 2013. Le conoscenze, le competenze e i saperi collegati alle tradizioni artigiane d’eccellenza sono oggi minacciati non solo dagli effetti della globalizzazione e della crisi economica degli ultimi anni, ma più in generale da una “crisi di vocazioni” dovuta soprattutto all’interruzione della continuità di rapporto tra maestri e allievi, che impedisce la trasmissione dei saperi di generazione in generazione.

Eppure segnali di vitalità dal mondo dell’artigianato artistico arrivano ancora. Perché se è vero che il valore aggiunto di un comparto produttivo che più di altri è identificativo della capacità italiana di creare il bello e l’originale è tuttora apprezzato da chi, all’estero, quella cultura di “bottega” non l’ha mai avuta oppure l’ha già persa, d’altro canto è vero che in Italia cresce il numero dei giovani che rivalutano quella cultura della qualità e del bello e vorrebbero metterla a frutto.

Tutte le regioni italiane hanno un’antichissima tradizione nel campo dei mestieri d’arte, dalla ceramica all’oreficeria, dalla moda al tessile, dal ferro battuto all’argento, dal vetro al marmo, dall’ebanisteria all’affresco, dalla calzoleria alla pelletteria, all’enogastronomia. Qual è, però, il futuro delle nostre produzioni artistico-artigianali, in uno scenario ormai definitivamente globalizzato? Il rischio è di perdere tutto questo bagaglio di know-how e di passione, senza credibili possibilità di recuperarlo successivamente. Allora per vincere la sfida che ci pone davanti la competizione internazionale oltre a incentivi di tipo fiscale, c’è bisogno di valorizzare le competenze distintive dei nostri territori, investire in formazione, soprattutto recuperando quei ricchi giacimenti di competenze, manualità e conoscenza dei materiali e delle tecniche che si sono sedimentati lungo il corso dei secoli.

Per raggiungere questo obiettivo, che è senz’altro prioritario per le organizzazioni del settore, l’Acri, in rappresentanza della Fondazioni di origine bancaria, che sono profondamente radicate sui territori, intende dare il suo contributo. Dunque al suo interno è nata un’apposita Commissione dedicata all’Artigianato artistico, che gestirà il rapporto con Unioncamere e delle due associazioni di categoria, Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Confartigianato Imprese, per favorire progetti di formazione e nuove forme di apprendistato utili all’inserimento nel mondo del lavoro per i giovani che vogliano impegnarsi nell’artigianato artistico.

 “Le nostre Fondazioni – ha affermato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti – operano per valorizzare la storia e la cultura locale e per promuovere i territori di competenza, con particolare attenzione al futuro delle nuove generazioni in termini di formazione rivolta alla creazione di opportunità di lavoro. Dal canto loro, le organizzazioni che con noi firmano questo protocollo hanno al riguardo una forte convergenza di obiettivi. Insieme studieranno sistemi opportuni di formazione dei giovani per i singoli settori dell’artigianato artistico, anche attraverso uno specifico protocollo d’intesa con il Miur, che stiamo predisponendo, a cui ciascuna Fondazione potrà ispirarsi secondo le specifiche vocazioni del territorio di riferimento.

Promuoveremo rapporti di cooperazione tra i rispettivi associati, e in collaborazione con il Ministero del lavoro, al fine di individuare forme innovative di apprendistato rivolte alla preparazione dei giovani nel comparto dell’artigianato artistico. Attraverso il rapporto con l’UEAPME (l’organizzazione che rappresenta a livello europeo gli interessi dell’Artigianato e delle Pmi dell’Unione Europea) sosterremo, inoltre, progetti di formazione anche mediante lo scambio di giovani fra i territori di competenza delle Fondazioni e gli altri paesi europei con analoghi progetti. Aggiungo poi – ha segnalato Guzzetti – che proprio questa mattina l’Acri ha firmato un protocollo d’intesa anche con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e l’Associazione per la Commissione Nazionale Unesco – Italia Onlus al fine di svolgere attività comuni finalizzate alla salvaguardia, la promozione e la valorizzazione delle tradizioni artigiane e delle produzioni tipiche italiane, come elementi del patrimonio culturale immateriale e della diversità culturale del nostro Paese, nonché come potenziale volano di crescita economica e di sviluppo sociale dei nostri territori.”

 

“La crisi che stiamo attraversando è fondamentalmente una crisi di valori la cui declinazione ha condotto a un’interpretazione materialistica e utilitaristica dei mezzi e dei fattori di produzione, attribuendo in particolare alla finanza l’ordine a cui sottomettere il giudizio sul singolo individuo e sulla società. La crisi, quindi, non può essere risolta che riorientando la scala dei valori e chiedendo all’uomo un mutamento di mentalità e di condotta – ha dichiarato Giorgio Aguzzi, vicepresidente nazionale Cna –. È ora di restituire valore al lavoro fatto con le mani e con il cervello, con perizia artigianale, e di guardare al passato per ricostruire il nuovo su basi solide. È ora di ripartire da Efesto, mitologico dio lavoratore, orgoglioso del proprio fare. Ecco quindi come l’artigianato artistico raggruppando una gamma completa di professionalità che hanno in comune la specificità del “saper creare”, del “saper produrre” e del “saper intervenire” sul bene culturale può significare un’opportunità per la ripartenza del nostro sistema economico. Le imprese di questo settore vanno sostenute come modello e vanno messe nelle condizioni di investire sulle persone. Il protocollo siglato con l’Acri – ha continuato Aguzzi – rappresenta una interessante modalità per investire sui giovani focalizzando l’attenzione verso un mondo che può offrire occupazione e può rappresentare una straordinaria leva di crescita economica se messo in sinergia con il turismo”. “Un interessante lavoro, condotto qualche tempo fa dallo Iulm – ha sottolineato Aguzzi – evidenzia come artigianato e turismo rappresentino due attività complementari e sinergiche. L’aumento della domanda di servizi turistici in un’area attiva un incremento della domanda di prodotti artigianali e spesso l’offerta di prodotti artigianali tipici di una località vi richiama un significativo flusso di turisti. Con l’approssimarsi dell’Expo 2015 – ha concluso Aguzzi – si tratta di una relazione che non dobbiamo trascurare”.

 

“L’artigianato artistico – ha sottolineato Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese – costituisce un grande patrimonio culturale ed economico e rappresenta nel mondo l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità del prodotto made in Italy. Il “fatto ad arte”, per la sua capacità di essere pezzo unico e su misura, è per l’Italia un’enorme risorsa creativa e reattiva contro l’omologazione del gusto indotta dalla globalizzazione e rappresenta la difesa della memoria, dell’identità e della diversità. Ma l’artigianato d’arte – ha messo in guardia il presidente Merletti – è anche tra i settori a maggiore rischio d’estinzione, a causa degli alti costi d’impresa, delle difficoltà burocratiche e degli oneri nella trasmissione dell’attività e nella formazione dei giovani, dei problemi nella commercializzazione e del fenomeno della contraffazione.

Confartigianato – ha aggiunto Merletti – si batte in difesa del ruolo e dell’identità dei maestri artigiani, valorizzando le loro botteghe, luoghi privilegiati di formazione, di trasmissione di valori e di educazione al bello, ove nascono opere al confine con l’arte. In questo senso, il protocollo siglato con Acri è manifestazione dell’impegno di Confartigianato per tutelare l’artigianato artistico e promuovere l’occupazione dei giovani attraverso una serie di azioni finalizzate a rilanciare l’apprendistato, agevolare la creazione d’impresa, favorire l’innovazione e la ricerca nelle tecnologie, negli stili e nei materiali, coordinare le iniziative di promozione d’immagine e di valorizzazione sul mercato ed avviare un nuovo rapporto tra artigianato artistico, design e arte”.

 

“Il nostro modello di sviluppo – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è fatto di imprenditorialità diffusa, distretti, filiere, reti, territorio. In questo modello, economia della conoscenza e competenze manuali e artigianali non si escludono, ma si integrano tra loro nel segno della qualità. Perché nella piccola e media impresa, la prima radice della conoscenza viene dal “saper fare”. Nonostante i duri colpi della crisi, questo modello sta dimostrando di essere la base su cui si può far crescere una nuova stagione di sviluppo sostenibile, inclusivo e innovativo. Non dobbiamo tradirlo, andando dietro ai miti della specializzazione produttiva o del gigantismo imprenditoriale a tutti i costi. Al contrario, dobbiamo a tutti costi valorizzare il patrimonio inestimabile delle nostre tradizioni manifatturiere e il modo migliore per farle vivere è investire sui giovani, fin dalla scuola. Il nostro augurio è che questo protocollo segni un passaggio importante su questa strada.”

 

Il protocollo d’intesa che abbiamo firmato oggi – ha detto Giampiero Maracchi, presidente della Commissione per l’Artigianato artistico dell’Acri e dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze – ci impegna in un’azione di grande responsabilità nei confronti delle future generazioni, chiamate a vivere in una società che vede fortemente cambiati i propri parametri, anche eticomorali, e che, pur nella precarietà del momento, deve recuperare l’affezione per il proprio lavoro che oggi viene visto, purtroppo,quasi unicamente come il motivo per garantire il proprio sostentamento. Se penso alle origini delle corporazioni artigiane, nate anche per assicurare una certa sicurezza sociale ai propri componenti (che potevano farne parte solo dopo una certa selezione) oltre che per tramandare i saperi più raffinati, ecco allora che abbiamo una seconda responsabilità. Ed è nei confronti della storia recente che ha visto impattare un faticoso sforzo di crescita e di progresso contro una congiuntura drammatica che rischia di annullare i progressi fatti negli ultimi 50 anni. Una terza responsabilità l’abbiamo, infine, anche nei confronti delle generazioni passate che hanno saputo costruire un Paese ricco di talenti, di genio, di competenze che hanno la loro sintesi più alta proprio nell’artigianato d’arte. Che questo accordo sia davvero il primo passo per un risveglio, forte e rigoglioso, di tante energie e intelligenze che la crisi non ha eliminato, ma solo narcotizzato.”

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