Tornano a risplendere gli Arazzi medicei con le storie di Giuseppe ebreo, un libro documenta i 27 anni di restauro
Pubblicato il 22 Gennaio 2014
Il complesso intervento ed il volume sono stati finanziati dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Dopo 27 anni si è concluso il restauro degli arazzi medicei raffiguranti le “Storie di Giuseppe ebreo”. Questo lungo intervento curato dall’Opificio delle Pietre Dure ed eseguito nella Sala delle Bandiere di Palazzo Vecchio, è ora documentato nel libro Gli Arazzi con Storie di Giuseppe Ebreo per Cosimo I de’ Medici (edizioni Polistampa) curato dalla direttrice del settore restauro arazzi dell’Opificio Clarice Innocenti e realizzato con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio. Il volume, interamente a colori, è stato presentato ieri pomeriggio a Palazzo Vecchio (Salone dei Duecento) da Eugenio Giani, Cristina Acidini, Marco Ciatti, Giampiero Maracchi che sono intervenuti insieme agli autori dei contributi e alla curatrice.
La serie, raffigurante episodi che riguardano la figura biblica di ”Giuseppe ebreo”, è composta da 20 elementi commissionati nel 1545 da Cosimo de’ Medici alla Manifattura medicea di arazzi per il Salone dei Duecento da dove furono rimossi nel 1983 per effettuare gli esami diagnostici che hanno poi portato al restauro iniziato nel 1985 (gli altri 10 avevano già lasciato Firenze in epoca sabauda per essere collocati a Roma alle scuderie del Quirinale). I panni, nati da disegni realizzati da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati, sono oggi equamente divisi tra il Polo Museale di Firenze e il Palazzo del Quirinale a Roma.
I 10 arazzi su cui si concentra il testo sviluppano complessivamente ben 220 metri quadrati. Il loro restauro, realizzato tra il 1985 e il 2012 con la sinergia fra Comune e soprintendenza, con il contributo determinante, dapprima di Banca CrFirenze poi mantenuto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (per uno stanziamento complessivo di oltre un milione di euro), e’ stato condotto attraverso una serie di complesse operazioni, dalla rimozione di fodere e supporti alla pulitura in acqua e tensioattivo, fino al consolidamento ad ago e alla predisposizione per la sospensione in verticale grazie ai supporti in lino progettati per la faccia posteriore insieme alla foderatura e al sistema di sospensione.
“”Questo volume – ha osservato il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani- rappresenta l’occasione straordinaria per illustrare e valorizzare quelle opere che sono state da sempre il naturale corredo per il Salone de’ Dugento. Il restauro di altissimo livello operato dall’Opificio delle Pietre Dure li ha reso ora nuovamente esponibili nel Salone ove solennemente si riunisce il Consiglio Comunale. Fra pochi mesi mi augurano che possano essere esposti, tre per volta a rotazione, creando il fascino che per secoli ha caratterizzato la loro esposizione nella sala delle “Decisioni Popolari” in Palazzo Vecchio. Grazie all’Ente Cassa protagonista di questo restauro, all’editore Polistampa per avere partorito questo testo così importante sul piano della promozione, a Clarice Innocenti e alle sue collaboratrici per l’opera di grande significato culturale che hanno svolto.” “Sono lieta – ha dichiarato il Soprintendente al Polo museale Cristina Acidini – che il libro venga a coronare e a rendere nota questa straordinaria impresa pubblico privata per dei beni unici al mondo “. ‘’Mi piace sottolineare che il quarto di secolo trascorso per il recupero di questi capolavori – ha infine ricordato il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze professor Giampiero Maracchi – ha coinciso con l’evoluzione e la trasformazione del sistema bancario italiano da cui sono scaturite le fondazioni come quella che ho l’onore di rappresentare. La presente pubblicazione suggella quell’esperienza in cui si identifica l’inizio delle attività dell’Ente stesso. La nostra gratitudine non può pertanto che rivolgersi a tutti coloro che hanno reso possibile un’impresa tanto impegnativa quanto benemerita per il patrimonio artistico nazionale, a cominciare dai presidenti di Banca Cr Firenze e di Ente Cr Firenze che si sono susseguiti in questi anni, volendo con l’occasione sottolineare il ruolo fondamentale svolto dall’Opificio delle Pietre Dure insieme al Comune di Firenze’’.
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