Terre degli Uffizi: la mostra sull’inedito legame fra il Papa Guerriero e Anghiari 

Pubblicato il 27 Maggio 2022

Terre degli Uffizi: la mostra sull’inedito legame fra il Papa Guerriero e Anghiari 

Dal 22 maggio al 25 settembre 2022, al Museo della Battaglia e di Anghiari, la mostra racconta e spiega la permanenza di Papa Giulio II nella città toscana 

L’inedito legame fra Giulio II, il “Papa Guerriero”, con la cittadina toscana degli uomini d’arme, Anghiari, è al centro della terza mostra di Terre degli Uffizi nel 2022, un progetto di Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi che sviluppa i rispettivi programmi Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei, inteso a valorizzare il patrimonio artistico regionale portando le opere in vari centri toscani. La mostra, intitolata ‘Il Papa Guerriero Giuliano della Rovere e gli uomini d’arme di Anghiari’, fa seguito a quella tenuta l’anno scorso, sempre nell’ambito di Terre degli Uffizi, (in quel caso il titolo era ‘La Civiltà delle Armi e le corti del Rinascimento’). Quest’anno vengono proposte nuove storie e scoperte sugli uomini d’arme, ceto sociale che contraddistingue Anghiari fra Quattrocento e Cinquecento.  

La grande novità riguarda le relazioni di Giuliano della Rovere (futuro papa Giulio II) con Anghiari, dove nell’ottobre del 1476 venne ospitato da un uomo d’armi del borgo toscano che risponde al nome di Mazzone di Gregorio. La famiglia di quest’ultimo era una delle più influenti del notabilato anghiarese fra ‘400 e ‘500 e già aveva ricevuto ad Anghiari Federico da Montefeltro e membri della corte urbinate. In seguito, Mazzone, in virtù di questa vicinanza con il “Papa guerriero”, fu nominato “Bartolomeo Valentino Mazzoni d’Anghiari” e non solo ammesso dal Della Rovere fra gli “amici, familiari e comensali”, ma anche esentato da tutte le “gabelle e passi di qualsivoglia luogo per tutte le robbe: i libri, argenti et altro per uso della persona sua”.  

La mostra, a cura del direttore del Museo Gabriele Mazzi, vede protagonista un ritratto di Giulio II prestato dagli Uffizi, copia attribuita a Giulio Romano dal famoso ritratto del pontefice realizzato da Raffaello. Quel dipinto ebbe fin da subito un tale successo che ne vennero fatte numerose repliche e copie, tra le quali una di Tiziano a Palazzo Pitti a Firenze, una alla Galleria Borghese di Roma e un’altra allo Städel Museum di Francoforte. Giulio II è ritratto fra l’ottobre/dicembre 1510 e il marzo 1512, in un momento di forte debilitazione fisica, quando giurò di farsi crescere la barba fino a quando i francesi non fossero sconfitti. Malgrado si trattasse di un ritratto di Stato, il “papa guerriero”, che si meritò il soprannome per le sue frequenti campagne militari, venne dipinto da Raffaello come un uomo stanco e preoccupato, in un’immagine di sorprendente acume psicologico, che venne esposta dopo la morte il 12 dicembre 1513 nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. 

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Fondazione CR Firenze