‘Seguaci di Giotto in Valdelsa’, a Montespertoli la quarta mostra di ‘Terre degli Uffizi’

Pubblicato il 28 Set 2021

‘Seguaci di Giotto in Valdelsa’, a Montespertoli la quarta mostra di ‘Terre degli Uffizi’

Due Madonne con il Bambino a confronto nel Museo di Arte Sacra di Montespertoli per riscoprire le influenze giottesche in questa parte del territorio. La mostra è inserita nel progetto ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei

Si intitola ‘Seguaci di Giotto in Valdelsa’ ed è allestita (da domani, domenica 26 settembre al 6 gennaio) al Museo d’Arte Sacra di San Piero in Mercato a Montespertoli (Firenze), la quarta mostra del progetto ‘Terre degli Uffizi’ ideato e realizzato dalle Gallerie degli Uffizi e da Fondazione CR Firenze all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. La mostra è una occasione rara per poter effettuare un confronto diretto fra le due opere delle quali è sicura la comune ascendenza giottesca. Come è noto, l’arte di Giotto è stata determinante per lo sviluppo della pittura del XIV secolo in Italia, col suo stile moderno e, per l’epoca, innovatore.

Le due rare opere medioevali sono: una Madonna col Bambino (c. 1315- 1320) dipinta da Lippo di Benivieni, e parte di un celebre polittico della famiglia degli Alessandri, in prestito dagli Uffizi e una Madonna col Bambino (c.1310-1315), di dimensioni quasi identiche, custodita nel Museo di Arte Sacra a San Pietro in Mercato a Montespertoli. Questo secondo dipinto si trovava, in origine, nella chiesa di San Lorenzo a Montegufoni, nei pressi del castello dove durante la Seconda guerra mondiale vennero nascosti tanti capolavori dei musei di Firenze, per ripararli dai bombardamenti e dal passaggio degli eserciti. L’opera è stata attribuita da alcuni studiosi al pittore Lippo di Benivieni, un fantasioso ed espressivo seguace di Giotto del quale non si sono trovate ancora molte notizie documentarie. La tavola degli Uffizi è invece parte di un polittico smembrato, che era stato originariamente realizzato per la distrutta chiesa di San Pier Maggiore a Firenze.

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Fondazione CR Firenze