Progetto SAVE: diventa virtuale lo screening per il tumore al colon retto

Pubblicato il 20 Marzo 2013

L’Ente Cassa sostiene questo innovativo programma di prevenzione che interesserà 14 mila fiorentini

E’ una Tac all’addome che arreca poco fastidio ed è molto affidabileFirenze – Uno studio sulla colonscopia virtuale e sulla possibilità di utilizzare questa avanzatissima tecnica diagnostica nell’ambito dei programmi di screening per il tumore del colon-retto. Con tre obiettivi principali: esplorare la resa diagnostica di questo esame d’avanguardia comparando i risultati ottenuti con il test del sangue occulto fecale e con la colonscopia tradizionale, confrontare i diversi livelli di adesione da parte della popolazione ed analizzare i costi dell’operazione.

E L’ambizioso progetto, che si chiama SAVE, è stato proposto dall’Università di Firenze in collaborazione con l’azienda Im3D e ISPO, l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica, ed è stato finanziato dalla Regione Toscana (programma CREO) con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. SAVE vede al lavoro, oltre che ricercatori dell’Ateneo fiorentino, di ISPO e dell’Im3D, anche medici dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi e dell’Azienda Sanitaria di Firenze. L’azienda Im3D fornirà la tecnologia necessaria per lo studio, in particolare un sistema di diagnosi automatizzata (CAD, Computer Aided Detection) per la colonscopia virtuale che aiuta il medico radiologo ad individuare polipi e tumori.

Lo studio, presentato stamani in Palazzo Vecchio alla presenza del vicesindaco Stefania Saccardi e dei rappresentanti degli enti interessati, è rivolto a 14mila fiorentini: uomini e donne, di età compresa tra i 54 e i 65 anni. Molti di loro hanno già ricevuto l’invito a partecipare, altri lo riceveranno nelle prossime settimane. I partecipanti saranno divisi in tre gruppi: 5mila persone saranno invitate a sottoporsi ad una colonscopia virtuale, 8mila saranno invitate ed effettuare un test del sangue occulto fecale con cadenza biennale (per sei anni), mille infine saranno invitati a sottoporsi ad una colonscopia tradizionale mediante esplorazione con sonda endoscopica del grosso intestino. La colonscopia virtuale è un esame radiologico mininvasivo che, attraverso una TAC dell’addome, permette di esplorare il colon previa insufflazione di aria: l’elaborazione delle immagini attraverso un computer permette una visualizzazione tridimensionale dell’intestino, proprio come se l’operatore stesse effettuando una vera e propria colonscopia. Si tratta di fatto di un esame che arreca poco fastidio a chi vi si sottopone ed al tempo stesso è molto affidabile per individuare eventuali polipi adenomatosi, che possono essere rimossi prima di una possibile degenerazione, o tumori. Le colonscopie virtuali saranno effettuate presso il Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’ospedale di Careggi e la Radiodiagnostica dell’ospedale San Giovanni di Dio, a Torregalli. Gli operatori dei presidi trasmetteranno via rete le immagini di ogni esame ad unico centro dove saranno analizzate e valutate da un pool di radiologi altamente specializzati. Si tratta di un importante esperimento di Telediagnosi, un modello organizzativo che permette ai cittadini di effettuare l’esame nell’ospedale più vicino a casa e concentra in unico punto la valutazione dell’esame eseguito, ottimizzando le risorse. Ai partecipanti al progetto sarà infine chiesto, su base volontaria, di dare il loro consenso a congelare materiale biologico (sangue o feci) che sarà utilizzato in studi successivi mirati a studiare le modificazioni genetiche che possono verificarsi quando si forma un polipo adenomatoso. Un primo passo per la messa a punto di nuovi programmi di screening.

“Siamo particolarmente contenti che un progetto così innovativo sia stato ideato a Firenze e che interessi la popolazione della nostra città – ha dichiarato il vicesindaco Saccardi –. La prevenzione rappresenta un tassello fondamentale nella diagnosi e nella cura dei tumori e, quindi, ogni progresso in questo campo rappresenta un importante strumento per combattere questa malattia. Ringrazio quindi chi ha reso possibile, con l’ingegno, il lavoro e il contributo economico, la realizzazione del progetto SAVE”.

‘’Abbiamo sostenuto questo progetto con grande determinazione – ha osservato Ugo Bargagli Stoffi, Dirigente responsabile area attività istituzionali dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – in primo luogo perché ha già raggiunto un piano di operatività che ci consente di vederne gli eccellenti risultati. In secondo luogo perché questa operazione evidenzia il ruolo sussidiario della nostra Fondazione che, operando in sinergia con le Istituzioni del territorio, risponde ad una esigenza primaria dei nostri cittadini quale è la loro salute’’.

“E’ un’occasione unica in Italia per una ricerca in questo ambito che risponda ai requisiti di eccellenza oggigiorno sempre più stringenti” ha affermato Massimo Falchini, direttore dell’unità di Radiologia Gastroenterologica Universitaria dell’Azienda Careggi. “Il progetto SAVE – ha spiegato Gianni Amunni, direttore di ISPO – rappresenta al tempo stesso un esempio di come si può coniugare un’offerta assistenziale in campo di prevenzione oncologica con l’innovazione più avanzata e costituisce anche un modello interessante di sinergia tra l’ISPO, il mondo della ricerca rappresentato dall’Università e un’azienda privata”. “Il progetto SAVE – ha infine precisato David Dettori, Ad della Im3D – può rappresentare un esempio di successo di innovazione tecnologica verso una sanità più moderna. La nostra tecnologia, sviluppata con ingenti investimenti provenienti da fondi di Venture Capital incontra l’interesse di una regione all’avanguardia sulla prevenzione”.

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