Mediazione e formazione: ecco la nuova ‘terapia’ per soggetti in esecuzione di pena
Pubblicato il 11 Aprile 2016
Un progetto di giustizia alternativa delle associazioni Aleteia e Apab
realizzato col determinante contributo dell’Ente Cassa
Impiegare una metodologia integrata di mediazione, riparazione e formazione di soggetti in esecuzione di pena per aumentare l’efficacia della giustizia alternativa attraverso percorsi riparativi e la responsabilizzazione della persona che potrebbero portare ad una possibile diminuzione della recidiva. Sono gli obiettivi del progetto ‘Mef’, ideato dalle associazioni fiorentine Aleteia e Apab e realizzato col determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che costituisce un modello replicabile a livello nazionale. Solo in Toscana il bacino di utenza interessato si aggira attorno alle 2.000 persone tra adulti e minori in esecuzione pena e in messa alla prova. La presentazione avverrà lunedì 11 aprile alle ore 14.00 nella Sala delle feste di Palazzo Bastogi (Via Cavour 18) a Firenze.
Al seminario di studio ‘‘Mediazione e riparazione. Il sistema ‘Mef’’, organizzato dalle associazioni Aleteia e Apab con la partecipazione della Camera Penale Minorile, parteciperanno l’Assessore alla sanità e al welfare della Regione Toscana Stefania Saccardi, l’Assessore al welfare del Comune di Firenze Sara Funaro, il Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini, il Provveditore dell’amministrazione Penitenziaria Giuseppe Martone, il Direttore dell’Ufficio EPE Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria della Toscana e dell’Umbria Salvatore Nasca, il Direttore del Centro Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria Giuseppe Centomani, la Direttrice dell’Ufficio Servizio Sociale Minorenni Anna Amendolea, il Giudice presso la seconda sezione penale del Tribunale di Firenze Marco Bouchard, l’Avvocato Michele Passione del Foro di Firenze, il Presidente dell’Associazione Aleteia Simone Stefani e il Vice Direttore dell’associazione APAB Gaia Citriniti.
Il Sistema ‘Mef’ intende sperimentare una metodologia integrata di mediazione, attività riparative e formazione rivolta a soggetti, minori o adulti, indagati, imputati o condannati. La proposta prevede la costituzione di un Centro di Orientamento che indirizzi le parti in base alle specifiche esigenze, facilitando l’accesso ai percorsi riparativi e aumentandone l’efficacia, in un’ottica trattamentale di responsabilizzazione e con l’obiettivo di una diminuzione della recidiva.
Lo scopo generale del progetto, spiegano i promotori, è creare un modello sperimentale e integrato di percorsi in sinergia con le istituzioni e gli enti coinvolti, nell’ottica di creare un servizio stabile per la giustizia riparativa. In tal senso questa proposta vuole proporre un modello che faciliti l’accesso ai percorsi riparativi aumentandone reciprocamente l’efficacia.
Per la sua attuazione sono previste sei fasi, tutte praticabili in tempi relativamente brevi. Stipula di un protocollo sugli obiettivi del progetto fra Regione Toscana, Prap Toscana e Umbria, CGM Toscana e Umbria, Comune di Firenze, Uepe Toscana, USSM Toscana e Umbria, Aleteia e Apab; formazione e sensibilizzazione del personale Uepe, Ussm e dell’Ordine degli Avvocati sulle opportunità del sistema ‘Mef’; attivazione di un Centro di Orientamento nel quale svolgere i colloqui di orientamento con i soggetti indagati/imputati per valutare l’ opportunità di un percorso di mediazione e/o riparazione e/o formazione. In questa fase verrà redatto con il soggetto un bilancio delle competenze al fine di individuare il percorso più adatto alle specifiche esigenze trattamentali e sarà proposto, laddove il soggetto risulti idoneo alle specifiche esigenze rilevate, un percorso integrato di mediazione e/o attività riparative e/o di formazione. Seguirà l’eventuale attività di mediazione vittima—reo, in linea con la direttiva 12/29/UE e la possibile attivazione delle attività riparative eventualmente accompagnate da percorsi di formazione. E’ infine previsto il monitoraggio del percorso individuale e una valutazione della sua efficacia in termini di reinserimento sociale e di diminuzione della recidiva.
‘’Auspichiamo vivamente – ha dichiarato il Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini – che un progetto di giustizia alternativa di questa portata possa diventare un modello su scala nazionale. Da tempo gli organi competenti si stanno infatti interrogando sulla necessità di rafforzare il proprio impegno nella fase della riparazione che è sempre più determinante nel processo di integrazione sociale del detenuto. Per questo abbiamo sostenuto l’operazione che si inserisce nella costante attenzione che l’Ente Cassa ha per il sociale e per il mondo carcerario al quale destiniamo risorse ed energie. Non solo non possiamo dimenticare questa parte significativa della nostra società, ma dobbiamo far sì che il percorso di reinserimento sociale diventi una risorsa per la tutta la comunità’’.
L’Associazione di Promozione Sociale Aleteia è costituita da un gruppo di mediatori con comprovata esperienza professionale nel campo della giustizia riparativa. In particolare Aleteia è formata da mediatori professionisti con esperienza in mediazione penale, civile, commerciale, aziendale, scolastica, sociale, territoriale e familiare, con specifico training alla mediazione dei conflitti secondo gli standard previsti dall’Unione Europea e dalla legislazione italiana. L’obiettivo generale dell’associazione è quello di promuovere l’analisi delle dinamiche conflittuali, nonché contribuire alla diffusione di una cultura alternativa della gestione e della risoluzione delle controversie.
L’Associazione APAB ( accreditata come Agenzia Formativa presso la Regione Toscana) opera nel settore della formazione che spazia dal settore dell’agricoltura biodinamica fino all’estetica naturale, dalla fotografia al turismo evoluto; dal 1996 opera nel sistema carcerario regionale, per il quale ha realizzato diversi progetti (sia di formazione, sia di riqualificazione e conversione delle aziende agricole) ed ha collaborato a progetti per la qualificazione ed il sostegno di detenute e detenuti; dal 2010 opera nel sistema del disagio sociale minorile con percorsi formativi e di inserimento lavorativo rivolti a minori dell’area penale esterna e a giovani adulti.
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