L’inedita mostra “Oceani” a Villa Bardini con National Geographic

Pubblicato il 21 Ottobre 2025

L’inedita mostra “Oceani” a Villa Bardini con National Geographic

Dal 21 ottobre 2025 al 12 aprile 2026, a Villa Bardini, gli scatti di David Doubilet, fotografo subacqueo di fama mondiale. Oltre 80 immagini che raccontano il mondo che vive sotto la superficie dell’acqua e invitano a prendersi cura del pianeta  

La sconfinata bellezza della vita nelle profondità oceaniche e al tempo stesso la fragilità degli ecosistemi sottomarini nella mostra “Oceani”, che porta per la prima volta National Geographic a Firenze. Dal 21 ottobre 2025 al 12 aprile 2026, a Villa Bardini, la prima esposizione personale che celebra il lavoro del fotografo David Doubilet in Italia, pioniere dell’esplorazione sottomarina e massimo esponente mondiale della fotografia subacquea. La mostra è promossa da Fondazione CR Firenze e le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con National Geographic.  

“È con grande soddisfazione che inauguriamo il terzo progetto culturale che la Fondazione realizza con Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo a Villa Bardini – afferma Bernabò Bocca, Presidente di Fondazione CR Firenze – con l’obiettivo condiviso di sollecitare il significato e il ruolo dell’arte nella nostra società. In collaborazione con National Geographic, portiamo per la prima volta a Firenze l’incredibile lavoro del fotografo David Doubilet, pioniere dell’esplorazione sottomarina e massimo esponente mondiale della fotografia subacquea. Una mostra che ci ricorda la bellezza del nostro pianeta ma allo stesso tempo anche la sua fragilità. L’opportunità di osservare le immagini scattate sotto la superficie dell’acqua ci sollecita a una responsabilità collettiva e ci ispira a comportanti più responsabili che creino una connessione profonda tra le persone e la natura”. 

David Doubilet, newyorkese di nascita, fotografo subacqueo di fama mondiale e ispirato dalla leggendaria figura di Jacques-Yves Cousteau, per oltre mezzo secolo ha percorso i mari di tutto il mondo documentandone la straordinaria bellezza, raggiungendo i luoghi più incontaminati e realizzando scatti che gli hanno permesso di diventare uno dei più apprezzati professionisti della fotografia naturalistica. Autore di ben 79 servizi per National Geographic, per cui ha cominciato a lavorare nel 1971, e di 12 libri, vincitore di numerosi e prestigiosi premi fotografici, è stato tra l’altro tra i primi fotografi a usare la tecnica dell’over/under, che permette di catturare simultaneamente ciò che accade sott’acqua e sopra la superficie. Oggi ha 79 anni e continua a solcare i mari.  

In mostra sono esposte oltre 80 immagini che raccontano gli ecosistemi marini, oggi sottoposti a forti pressioni per via del cambiamento climatico e delle attività umane. Insieme alla moglie Jennifer Hayes, biologa marina e a sua volta fotografa subacquea, David Doubilet è diventato un ambasciatore degli oceani, e dell’importanza che la loro salute ha per il nostro benessere. Undici le sale in cui sono esposte immagini iconiche scattate nei mari di tutto il mondo, dai Caraibi alle Filippine, dall’Indonesia all’Australia, fino all’Antartide. Ispirandosi alla fotografia over/under, di cui Doubilet è il più celebre interprete, il percorso della mostra si sviluppa tutto su un gioco di “opposti”. Così, strada facendo si incontrano sale dedicate a warm/cold, close/far, scary/cute, bright/dark, threat/care e many/few, in un’emozionante alternanza di ambienti e di situazioni. Le immagini in mostra insegnano a conoscere e amare il mondo che vive sotto la superficie dell’acqua e ispirano a prenderci cura del pianeta che abitiamo. 

Tra le fotografie più emozionanti della mostra: un’immagine aerea, uno dei tratti più spettacolari della Grande Barriera Corallina australiana sorvolato da un piccolo aereo De Havilland Beaver che trasporta subacquei in un’area dedicata alle immersioni; un piccolo di tartaruga verde (Chelonia mydas) nuota verso il mare aperto nelle acque cristalline della laguna di Nengo Nengo, un piccolo atollo dell’arcipelago delle Tuamotu, nella Polinesia Francese; il ghigno clownesco di un pesce pappagallo arcobaleno (Scarus frenatus) al largo del Queensland, in Australia; banchi di diverse specie di pesci trovano riparo tra i rami di un corallo Acropora palmata, una specie in pericolo, nel cuore dei Giardini della Regina (Jardines de la Reina), a Cuba, una delle più grandi aree protette incontaminate dei Caraibi, celebre per la sua straordinaria biodiversità.

Visita la mostra

Comments

Condividi: