Le arti nel ventennio, il tema della prossima conferenza di Fondazione Biblioteche 

Le arti nel ventennio, il tema della prossima conferenza di Fondazione Biblioteche 

Mercoledì 26 marzo 2025

Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze

L’appuntamento del 26 marzo fa parte del ciclo di lezioni “I molti volti del regime: fascismo e antifascismo cento anni dopo”

Fino al 1936, il regime fascista non adottò una precisa “politica dello stile” artistico, a differenza del Terzo Reich. Nonostante le relazioni con artisti come Marinetti e Sironi, Mussolini preferì promuovere l’Italia richiamando l’arte antica piuttosto che quella contemporanea. Parlerà delle “arti nel ventennio” Michele Dantini nella conferenza organizzata da Fondazione Biblioteche, ente strumentale di Fondazione CR Firenze. 

La conferenza del 26 marzo fa parte del ciclo di lezioni, a cura di Giustina Manica e Sandro Rogari, “I molti volti del regime: fascismo e antifascismo cento anni dopo”, un’iniziativa che intende ricostruire il ventennio fascista approfondendo temi e aspetti che caratterizzano la storia d’Italia.

Dantini spiegherà come Il panorama artistico italiano tra le due guerre fosse sorprendentemente vario, con artisti politicamente diversi ma stilisticamente affini. Non esistevano correlazioni univoche tra stile e ideologia: si poteva essere artisti “progressisti” e contemporaneamente sostenitori del fascismo.

La situazione è complicata dal “dissidentismo fascista” diffuso in ambito artistico e dalle successive “autostilizzazioni retrospettive” in chiave antifascista nel dopoguerra. Solo dopo il 1936, con la proclamazione dell’Impero, il regime sostenne lo “stile littorio”, mentre singoli gerarchi come Bottai e Farinacci svilupparono proprie politiche artistiche attraverso premi e riviste. Nel periodo prebellico emerse l’esigenza di distinguere più precisamente l’arte italiana da quella tedesca.

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