‘I colori di Arlecchino!’ nello Spazio Mostre di Fondazione CR Firenze

Pubblicato il 25 Feb 2020

‘I colori di Arlecchino!’ nello Spazio Mostre di Fondazione CR Firenze

Rinviato a nuova data l’evento di inaugurazione della mostra. Da domani al 31 maggio è possibile visitare il nucleo restaurato degli Arlecchini di Giovanni Domenico Ferretti, di proprietà della Fondazione, assieme ad opere di altre raccolte italiane.

E’ la maschera più famosa della Commedia dell’Arte la protagonista dell’esposizione ‘I colori di Arlecchino. La Commedia dell’Arte nelle opere di Giovanni Domenico Ferretti’, aperta dal 26 febbraio al 31 maggio presso lo Spazio Mostre della Fondazione CR Firenze, l’inaugurazione prevista il 25 febbraio è stata rinviata a data da destinarsi. Il nucleo centrale della rassegna è rappresentato dalle 16 tele di Giovanni Domenico Ferretti, una delle figure chiave della pittura italiana del Settecento, raffiguranti i “Travestimenti di Arlecchino” e realizzate fra il 1746 ed il 1749. Furono richieste dal nobile senese Orazio Sansedoni, cavaliere di Malta e alto funzionario lorenese, che, per esporle, allestì uno specifico ‘Gabinetto degl’Arlicchini’ nella sua residenza fiorentina presso la Casa della Commenda di Ponte Vecchio.

Le opere, ora appartenenti alla collezione d’arte della Fondazione CR Firenze, sono state sottoposte ad un complessivo intervento di restauro e pulitura che ha consentito una lettura assai più efficace di uno dei soggetti iconografici più amati del Settecento. Prendendo spunto da spettacoli della Commedia dell’Arte, le tele mostrano scenette in cui Arlecchino è autore di burle o di fatti giocosi, eredi di quel filone della pittura ‘caricata’ che, fin dal Seicento, caratterizzava la cultura fiorentina. Per rendere più facilmente apprezzabili queste tele e comprenderne la portata innovatrice, sono affiancate nel percorso espositivo da documenti e repliche per complessive 39 opere che contribuiscono ad apprezzare la fortuna di tali soggetti, e l’amore dimostrato per le maschere soprattutto durante il Carnevale, poi ereditato da Giuseppe Zocchi e Thomas Patch.

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Fondazione CR Firenze