Dispersione scolastica, è possibile combatterla…e vincerla. Progetto innovativo e sperimentale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Pubblicato il 22 Giugno 2016
E’ possibile contrastare e ridurre il grave fenomeno della dispersione scolastica (la somma tra abbandono, non frequenza e ripetenza) che,in Italia, ha assunto dimensioni drammatiche. Il solo abbandono interessa infatti il 17,6% dei nostri giovani (circa 750.000 ragazzi) contro una media europea del 12,8%. Attraverso percorsi e strumenti didattici innovativi che agiscono sulla prevenzione e sulla stretta collaborazione tra docenti ed allievi si può ridurre quella che è oggi considerata una vera e propria emergenza sociale. Lo ha dimostrato il primo anno di sperimentazione del progetto, unico in Italia, ‘OrientaDropOut’ ideato e promosso all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con partner qualificati come ISFOL (l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), l’Università di Perugia, le associazioni aretine Pratika e Nausika che hanno una particolare competenza in questo campo.
I risultati sono stati illustrati stamani nel corso di un seminario che si è svolto nella sede dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze al quale sono intervenuti gli ‘attori’ del progetto assieme ad esperti, docenti, operatori.Gli interventi sul campo hanno infatti coinvolto 6 Istituti scolastici e 4 agenzie formative della Regione Toscana, oltre 1.000 insegnanti, oltre 500 studenti, 500 famiglie, oltre 150 dropout (giovani fuoriusciti dai percorsi scolastici). Ha introdotto i lavori il Direttore generale dell’Ente Cassa Gabriele Gori e sono intervenuti Domenico Petruzzo, Direttore Ufficio Scolastico Regionale, Sara Mele, Dirigente del Settore Educazione e Istruzione della Regione Toscana, Giovanni Bonifazi, Dirigente del Servizio di supporto alla scuola Comune di Firenze, Chiara Mannoni ed Edoardo Ristori, Responsabili del progetto, Martina Evangelista, Direttore Pratika, Federico Batini (Università degli Studi di Perugia), direttore scientifico del progetto, Marco Bartolucci ed Ermelinda De Carlo dell’ Università di Perugia.
L’attività di questo primo anno, che ha coinvolto i docenti, gli allievi e le famiglie, ha consentito di migliorare oggettivamente non solo l’apprendimento degli studenti ma ha anche ampliato considerevolmente le loro funzioni cognitive. Questo risultato è stato certificato dalle verifiche compiute prima e dopo la sperimentazione e il modello adottato sarà ora a disposizione della comunità educativa attraverso una serie di strumenti che sono scaricabili gratuitamente dal sito www.dispersione.it Proprio stamani, ai partecipanti al seminario sono stati consegnati i primo volumi dei percorsi per il primo ciclo in ambito linguistico e matematico.
E’ stato così dimostrato come un rigoroso controllo sperimentale e l’individuazione di percorsi e strumenti utili e funzionanti possano favorire la diminuzione della dispersione scolastica attraverso politiche di prevenzione. Sono infatti quasi tre milioni (2.900.000) i ragazzi che, negli ultimi 15 anni, non hanno portato a termine la scuola secondaria di secondo grado ed è per questo che il Ministero dell’Università e della ricerca e l’Unione europea guardano al fenomeno con grande preoccupazione tanto da considerarlo come causa di povertà e di disuguaglianza.
Il progetto, che è pluriennale, è riuscito a modellizzare percorsi e strumenti d’intervento dalla scuola primaria alla formazione professionale, attua un rigoroso controllo dei risultati e ha, tra i suoi punti di forza, proprio la fattiva collaborazione tra insegnanti e allievi.
Gli esperti hanno infatti accompagnato (in tutte le classi sperimentali, dalla scuola primaria fino ai dropout) i docenti per 70 ore complessive in ogni classe (125 per i dropout), focalizzandosi sul potenziamento e sul recupero delle competenze di base degli assi matematico e linguistico e sull’orientamento narrativo. Quasi un terzo delle ore è stato dedicato ad un training di lettura in cui agli studenti è stata semplicemente offerta l’opportunità di ascoltare letture ad alta voce di testi di narrativa selezionati, con lo scopo di rafforzare trasversalmente le dimensioni cognitive e gli apprendimenti acquisiti. Gli esperti hanno realizzato la didattica proposta attraverso giochi, attività e compiti complessi di realtà, proponendo la realizzazione di libri di classe composti da storie e filastrocche scritte dai ragazzi, favorendo la partecipazione ad un contest nazionale di lettura (www.booksound.it) in cui due delle classi partecipanti si sono aggiudicate il “Premio Letture ad Alta Voce”, integrando l’uso delle nuove tecnologie e di strumenti quali, ad esempio, le costruzioni LEGO per una didattica della matematica più efficace e meno spaventosa. Le 70 ore, rivolte alle scuole primarie e secondarie di primo grado, sono state così articolate: 20 ore dedicate al recupero delle competenze di base linguistiche, 20 ore dedicate al recupero delle competenze di base matematiche, 10 ore all’orientamento (con approccio narrativo), 20 ore di lettura ad alta voce.
”L’Ente Casa di Risparmio di Firenze – ha sottolineato il Direttore generale Gabriele Gori aprendo i lavori – crede molto in questo progetto perchè la Fondazione ha, tra i suoi compiti statutari, la crescita e la formazione giovanile delle nuove generazioni. Il carattere fortemente innovativo di questa esperienza e i primi risultati conseguiti sono davvero molto interessanti e siamo orgogliosi di poter metterli a disposizione della comunità degli educatori di tutta Italia. Tale esperienza segna anche la positiva collaborazione, non scontata, tra esperti e docenti, tra terzo settore e scuola, tra ricerca e scuola: una modalità di azione che la nostra Fondazione intende incoraggiare e attuare sempre di più non solo per la sua efficacia ma anche per far fronte alla forte riduzione di risorse da parte delle istituzioni pubbliche”.
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