Da Petra a Shawbak
Pubblicato il 7 Agosto 2009
Limonaia del Giardino di Boboli, 13 luglio – 11 ottobre 2009
La mostra presenta per la prima volta i risultati delle più recenti indagini archeologiche internazionali e delle ricerche che la missione archeologica dell’Università di Firenze conduce da vent’anni in Giordania nei siti di Petra e Shawbak, una delle aree storiche più importanti del mondo, teatro negli ultimi tre lustri di scoperte straordinarie.
Come noto, Petra fu capitale dell’impero commerciale dei Nabatei a controllo della via dell’incenso; fu poi conquistata dai Romani, dai persiani e dagli arabi, fin quando tra il 1100 e il 1118, in epoca crociata, re Baldovino I di Gerusalemme vi edificò i due castelli di Al-Wu’Ayra e Al-Habis. Il secolo ‘crociato’ (tra 1100 e 1189) riattivò nella Giordania meridionale la sua antica funzione di frontiera tra Mediterraneo e Arabia, ma anche tra Siria ed Egitto.
Il castello di Shawbak, anch’esso fondato da Baldovino I, è uno degli insediamenti medievali più spettacolari del Mediterraneo orientale. Localizzato a 25 km a nord di Petra, la sostituì nel XII secolo come capitale della Transgiordania. Le ricerche della missione archeologica italiana hanno riconsegnato questo sito alla grande storia mediterranea insieme ai suoi straordinari monumenti: la cattedrale di Santa Maria, il palazzo del nipote di Saladino, i bastioni monumentali della fine del Duecento.
Dal 2006 il sito di Shawbak è oggetto di un innovativo accordo internazionale italo-giordano di cooperazione scientifica e culturale tra il Dipartimento di Antichità della Giordania e l’Università di Firenze, che integra ricerca archeologica, restauro conservativo e valorizzazione.
La progettazione della mostra ha offerto l’occasione di sperimentare, rielaborandole, le più aggiornate pratiche della comunicazione espositiva definite in ambito anglosassone e inedite nel quadro delle mostre archeologiche italiane. Progettazione museologica, definizione dell’approccio alla comunicazione in mostra e ideazione di una strategia per l’apprendimento dei visitatori sono tuttavia innovative in assoluto.
Il percorso espositivo è stato pensato in tre sezioni:
1) la scoperta di un’autentica capitale che reinterpreta la presenza crociata della Signoria di Transgiordania e avvia una vicenda che, attraverso la dinastia di Saladino, giunge a noi;
2) la documentazione del diverso ruolo esercitato dalla frontiera, come chiave di lettura storica: dall’età antica (nabatea, romana, bizantina), arabo-islamica (ommayade, abaside, fatimida) sino a quella crociato-ayyubide e mamelucca, esplorate attraverso l’osservatorio archeologico della regione e dei siti di Petra e Shawbak;
3) la raccolta e ‘pubblicazione’ dei commenti dei visitatori. Una rassegna di film (da Indiana Jones ad Aleksandr Nevskij) contribuirà ad avvicinare il pubblico ai temi della mostra.
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