Un “competence center” per potenziare il settore dei beni culturali nel territorio aretino
Pubblicato il 8 Ottobre 2013
E’ lo sbocco operativo di una indagine promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
La presentazione stamani alla stampa col presidente della Provincia Roberto Vasai e il presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Giampiero Maracchi
Un ‘’competence center’’ per valorizzare e potenziare la già ricca filiera del sistema dei beni culturali del territorio aretino. E’ lo sbocco operativo che deriva dall’indagine (e dalla relativa pubblicazione) su ‘I mercati dei beni culturali e le nuove generazioni. Sviluppo e occupazione giovanile nei territori dell’aretino’ promossa dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. E’ stata realizzata tra il 2011 e il 2012 da un gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato dall’Ente Cassa e dal Centro di Ricerca ASK Art Science and Knowledge dell’Università Bocconi e formato dalla Cattedra Transdisciplinare Unesco Sviluppo Umano e Cultura di Pace dell’Università di Firenze e dal Centro di Statistica Aziendale – CSA di Firenze e, naturalmente, la Provincia di Arezzo. La pubblicazione, coordinata da Giovanna Del Gobbo con Armando Cirrincione, è stata presentata stamani nella sede della Provincia di Arezzo dal presidente Roberto Vasai, dal presidente dell’Ente Cassa Giampiero Maracchi e dai ricercatori coinvolti. Sono intervenuti anche il vescovo mons. Riccardo Fontana, l’assessore provinciale ai beni e alle attività culturali Rita Mazzetti Panozzi e il Dirigente della Regione Toscana Giovanni Pasqualetti.
Non si tratta tanto di una struttura, ma di un nucleo di competenze interdisciplinari in grado di favorire uno dei principali limiti alla valorizzazione delle vocazioni e dell’industria culturale locale: la carenza di integrazione fra soggetti, a livello di imprese, sistema di istruzione e formazione, professionalità e terziario in generale. Si tratta, soprattutto, di un organismo in grado di partecipare attivamente all’implementazione della politica industriale del territorio, dalla struttura snella, composto da figure di elevato livello professionale e con competenze specifiche sia funzionali sia di settore, utili a definire le possibili traiettorie di sviluppo settoriale e ad assistere le nuove iniziative imprenditoriali nella valutazione di fattibilità e nella loro implementazione. Un organismo che goda della credibilità degli stakeholder del territorio, in primis imprese (e loro associazioni), scuole ed enti di formazione e che renda conto al territorio attraverso concreti indicatori dei risultati raggiunti, definiti ex-ante.
La ricerca ha visto svolgersi una vera e propria ‘campagna di ascolto’ incontrando associazioni, operatori, educatori, amministratori e recependo dalla loro viva voce le urgenze ma anche le grandi potenzialità della filiera legata ai beni culturali. L’obiettivo che è stato posto all’origine del lavoro era infatti definire un progetto di crescita professionale e di sostenibilità occupazionale attorno ai beni culturali e per la sua realizzazione, sono stati considerati i beni culturali pubblici e privati e le attività connesse alla loro conservazione, valorizzazione, promozione, fruizione; i prodotti della tradizione locale e le imprese che si basano sui mestieri d’arte o collegate ai restauri; le filiere turistiche; le filiere della comunicazione e della promozione turistica e territoriale; le filiere digitali attorno ai beni e alle attività culturali; il sistema della formazione e dell’occupazione.
Condividi:
Articolo precedente
Articolo successivo