‘Dove dormire, mangiare e lavarsi’ a Firenze Nuova edizione della Guida della Comunità di Sant’Egidio

Pubblicato il 29 Gennaio 2016

‘Dove dormire, mangiare e lavarsi’ a Firenze Nuova edizione della Guida della Comunità di Sant’Egidio

Nuova edizione della guida 2016 ‘Dove dormire, mangiare,  lavarsi’, realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio per i senza fissa dimora, per quanti sono in stato di necessità, per operatori e volontari alla ricerca di informazioni utili sui servizi che si possono trovare a Firenze.

La pubblicazione, come la precedente, “non nasce da una ‘buona idea’ – spiega Serena Fabbrini, coordinatrice del servizio della Comunità – ma dalla necessità di rispondere alle domande concrete delle persone che incontriamo”.

‘Dove…’, pubblicata grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è stata presentata nel ridotto del Teatro della Pergola, dalla Comunità di Sant’Egidio con don Marco Zanobini, parroco dei Santi Fiorentini, il Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini e Sara Funaro, assessore alle Politiche sociali del Comune di Firenze.

’’Collaboriamo volentieri e da tempo – ha dichiarato il Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini – con la Comunità di Sant’Egidio che consideriamo un interlocutore assai affidabile per la sua preziosa attività in favore del disagio sociale. La guida si colloca proprio in questo contesto rispondendo ad un’esigenza pratica di coloro che vivono nella sofferenza. Il difficile scenario economico di questi anni ha riflessi ancora più drammatici verso quelle fasce della popolazione che si trovano in situazioni di marginalità ed è per questo che l’Ente Cassa continua a destinare a questo settore una parte non indifferente delle proprie erogazioni’’.

Sabato 30 gennaio sarà celebrata nella chiesa di San Tommaso, in via della Pergola 8, alle ore 10.45, la Messa in memoria di Vezio, il primo senza fissa dimora conosciuto a Firenze dalla Comunità di Sant’Egidio. Saranno ricordati tutti i fissa dimora scomparsi in questi anni a Firenze e nella sua provincia. Alla liturgia sono invitati in particolare i senza fissa dimora della città.

 

La guida si divide idealmente in 3 parti.

Nella prima sono indicati i servizi di prima necessità (mangiare, dormire, lavarsi, curarsi, vestirsi…) a cui rivolgersi direttamente.

Nella seconda, invece, sono contenute informazioni per la risposta a necessità non immediate, ma importanti: accesso ai servizi sociali e anagrafici; documenti (carta di identità, patente, passaporto, codice fiscale…); accesso ai servizi sanitari (dalla scelta del medico curante alla tessera Stp per stranieri; esenzioni; tossicodipendenze; salute mentale; prevenzione oncologica); agevolazioni economiche (come ottenerle e quali); informazioni sul lavoro (centri per l’impiego, collocamento mirato, lavoro autonomo, sindacati…); pensioni, sussidi di disoccupazione, invalidità; info sulla casa: (canone concordato, case popolari, sfratti, sindacati).

Nella terza parte si prendono in esame situazioni particolari e complesse, con capitoli dedicati alle Donne (gravidanza: info mediche su visite, consultori e aiuti economici legati alla maternità; vittime di violenza e della prostituzione); Carcere (associazioni che si occupano dei detenuti sia all’interno del carcere che nella fase successiva del reinserimento; “Come fare per…”, guida pratica che aiuta chi è fuori ad essere vicino a chi è dentro. Info su come telefonare, fare visita, spedire pacchi o soldi ai detenuti); Immigrati (info sugli uffici che si occupano di immigrazione come Questura, Prefettura, Comune; un vademecum “come fare per…” con percorsi su: permesso di soggiorno, cittadinanza, status di rifugiato, apolidia, minori non accompagnati, riconoscimento titoli di studio). 

 

Dalla lettura della guida emergono alcuni dati.

Mangiare. 10 sono le realtà che vanno sulla strada per la distribuzione di cibo, bevande calde, coperte, informazioni: sono ecclesiali (Sant’Egidio, Missionarie della Carità, parrocchie, Misericordie) e non solo (Ronda, Croce Rossa, Pubbliche assistenze, Angeli…).

8 le mense: alcune aperte tutte i giorni (solo Caritas) altre solo alcuni giorni alla settimana (associazioni e parrocchie)
Dormire. 20 luoghi (Albergo popolare, strutture Caritas, parrocchie e associazioni), cui si accede su base di requisiti particolari (solo stranieri regolari, solo donne, solo residenti e simili…) e di emergenza.
Lavarsi: 15 bagni del Comune (a pagamento 0,5-1€); solo in uno (Sant’Agostino) è possibile fare la doccia. 

5 (1 in più rispetto al 2015) le associazioni dove è possibile fare la doccia e ricevere un cambio di biancheria pulita. 

Curarsi: 7 (1 in più rispetto al 2015) tra parrocchie e associazioni che prestano servizio di orientamento sanitario con medici (anche specialisti) o infermieri anche per medicazioni e terapie
Centri di ascolto: 21 (4 in più del 2015 ) tra parrocchie, associazioni, Caritas.
Centri di consulenza legale gratuita: 8 (4 in più), tra parrocchie e associazioni.
Distribuzione di vestiario: 11 (4 in più), tra parrocchie e associazioni.
Distribuzione di alimenti: 12 (4 in più), tra parrocchie e associazioni. 

“Alcune realtà – osserva la Comunità di Sant’Egidio – hanno chiesto di non essere segnalate nella guida, perché temono di non riuscire a sostenere una domanda forte di aiuto. Ma quest’anno sono aumentate le parrocchie che hanno voluto essere inserite. In sintesi: non sono tanto aumentati i servizi offerti – anche – ma la loro visibilità. Aumentano invece i servizi medici e le consulenze legali fatte da volontari: professionisti che mettono il loro tempo e la loro professionalità a servizio dei poveri tramite parrocchie e associazioni”.

La Comunità di Sant’Egidio consegna dai 250 ai 280 pasti ogni settimana soprattutto presso le stazioni di Campo di Marte, Santa Maria Novella, Rifredi e Statuto, in Piazza SS. Annunziata, in Piazza della Libertà, in viale Lavagnini, a Ponte Rosso e nella zona di Careggi.
Chi sono prevalentemente coloro che sono raggiunti da Sant’Egidio e tra di loro i senza fissa dimora? In larga parte risultano essere per il 70 per cento stranieri, che vengono in Italia con un desiderio di vita migliore (lavoro, pace, cure). Spesso la strada è una “tappa” di arrivo o intermedia di un percorso. Molti vengono dall’Africa e sono profughi richiedenti asilo (Somalia, Etiopia, Mali), in maggioranza uomini, quindi da Marocco, Egitto, Tunisia: sono giovani di recente immigrazione o persone che stanno qui da molti anni e che a periodi alterni hanno bisogno di un aiuto.
Dall’Est Europa (Polonia, Romania, Ucraina…) provengono soprattutto persone che hanno perso il lavoro per la crisi e sono in attesa di trovarne un altro (badanti, giardinieri, muratori). A questo riguardo segnaliamo che il numero di queste persone si sta riducendo, segno che si inizia a ritrovare un po’ di lavoro. 

Vi sono famiglie di zingari romeni. Molti di loro vivono una sorta di pendolarismo tra l’Italia e la Romania: stanno per un po’ a lavorare o a chiedere l’elemosina, tornano in Romania, quindi tornano in Italia. Non si immaginano un futuro qui, ma l’Italia rappresenta per loro la possibilità di vivere meglio in Romania. 

Gli italiani sono circa il 30 per cento: li accomuna la mancanza di solidi rapporti affettivi (la famiglia o non c’è o si sono persi i contatti). Si trovano soli davanti a grandi difficoltà e spesso non ce la fanno, andando incontro a situazioni di fragilità emotiva e psichica. Ma tra gli italiani ci sono anche anziani con una casa, ma che non ce la fanno con la pensione; senza casa; adulti (50/60 anni) cui mancano pochi anni alla pensione ma che non sono più in grado di lavorare (invalidità non tale da dare diritto ad un sussidio; problemi psichiatrici più o meno gravi…) o persone che lavoravano in proprio con piccole ditte di riparazioni, o operai; giovani (20/40 anni) che spesso hanno lavorato all’estero (tanti in Germania) come muratore, lavapiatti, cameriere, aiuto cuoco, e per la crisi sono rientrati e non riescono a reinserirsi nel mondo del mondo del lavoro.
Sant’Egidio prepara per loro 250 pasti ogni settimana (comprensivi di primo, secondo di carne, contorno di verdura fresca, pane, acqua, frutta, brioche). E’ la distribuzione di una vera e propria cena, non solo un panino. In un anno, con un servizio operativo il sabato, vengono distribuiti circa 12.000 pasti 

Per chi ha un’abitazione (casa o alloggio anche più precario) si distribuiscono ogni mese circa 20 pacchi alimentari (pasta, latte, biscotti, formaggio, pomodoro, conserve, verdura) e prodotti per l’igiene (shampoo, bagnoschiuma, deodorante, dentifricio)… e prodotti per la pulizia della casa.

“Dalla presentazione dell’ultima guida – conclude Serena Fabbrini – ci hanno chiamato molte persone per chiedere come potevano aiutare il barbone sotto casa. La solidarietà è positivamente contagiosa”. 

 

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