Anche Fondazione CR Firenze aderisce alla campagna #unaltrapartita. Comunità in campo
Pubblicato il 26 Settembre 2024
In occasione della Giornata Europea delle Fondazioni 2024 del 1° ottobre la campagna che vede protagonista lo sport sociale e inclusivo che coinvolge giovani, anziani, persone con disabilità, migranti e detenuti
Fondazione CR Firenze partecipa alla campagna per raccontare tre belle storie di sport inclusivo a Firenze grazie a Pallacanestro Femminile Firenze, Asse Giglio Rosso e Guelfi Firenze.
Parleremo della Casa PFF , un’oasi sicura per il pre e il post allenamento delle ragazze della Pallacanestro Femminile Firenze, sviluppato grazie al nostro bando Social Innovation Jam. Racconteremo l’impegno di ASSI Giglio Rosso sull’accessibilità dell’impiantistica sportiva che ha portato alla promozione del Blind Tennis. Infine racconteremo la collaborazione tra Villa Lorenzi, struttura che si occupa di prevenzione del disagio giovanile e Guelfi Firenze, la squadra di football americano di Firenze che con un programma di borse di studio aiuta i giovani a seguire la passione per lo sport senza limitazioni economiche.
A un anno dall’ingresso dello sport nella Costituzione la campagna #unaltrapartita è l’occasione per valorizzare l’attività delle Fondazioni, che insieme alle comunità e al Terzo settore, sono da sempre impegnate a garantire a tutti l’accesso alla pratica sportiva, come strumento di inclusione, condivisione, salute psicofisica e contrasto alle disuguaglianze: lo sport come diritto, indipendentemente dalle proprie condizioni sociali, economiche e fisiche.
Lo scenario della partecipazione sportiva nel nostro Paese non è roseo. Gli italiani che fanno sport sono poco più di 20 milioni (il 34,5% della popolazione). Questo ci porta ad essere in testa alle classifiche mondiali per indice di sedentarietà (siamo al 4° posto tra gli adulti e al 1° tra i minori). Esiste un evidente divario di genere: le donne sono solo il 43,3% della popolazione sportiva. E si sta aprendo anche una questione generazionale: i giovani fanno sempre meno sport (fuori da scuola). Inoltre, le persone con disabilità che riescono ad accedere allo sport sono la metà di quelli senza limitazioni. Le ragioni principali di questi divari sono i costi elevati, la carenza di strutture, l’esempio famigliare. Crescono anche le ragioni psicologiche che spingono i ragazzi all’abbandono: soprattutto ansia e burnout. A questo scenario risponde il Terzo settore: un terzo delle organizzazioni non profit italiane si occupa di sport, grazie anche a quasi il 20% di tutti i volontari italiani.
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