Il ritratto di don Facibeni dipinto da Pietro Annigoni per la prima volta esposto in pubblico
Pubblicato il 18 Dicembre 2013
Per la prima volta esposto al pubblico, nell’ambito della Mostra ‘Pietro Annigoni: presenza di un Artista’, il ritratto postumo di don Giulio Facibeni (1884-1958) che il maestro realizzò nel 1986. L’opera è un dipinto in tecnica mista la cui immagine è nota al grande pubblico molto più dell’originale che è sempre stato custodito nelle stanze in cui il religioso ha vissuto, nella sede dell’Opera Madonnina del Grappa, in via delle Panche a Firenze, un benemerito istituto di carità e di assistenza del quale è stato l’ispiratore. E proprio grazie alla Madonnina del Grappa, che ha suggerito e concesso il prestito, è ora possibile ammirare il ritratto insieme a numerose opere di Annigoni, visibili fino al prossimo 6 gennaio allo Spazio Mostre dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze (via Bufalini 6).
Il quadro è stato presentato alla città alla presenza del Vice Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini, di don Corso Guicciardini che è succeduto a don Facibeni nella responsabilità dell’Opera e di Rossella Segreto Annigoni ed .
‘’Quest’opera – osserva il curatore della mostra Emanuele Barletti – non lascia indifferenti, come avviene per gran parte dei ritratti che il Maestro ha eseguito nella sua lunga carriera artistica. In esso, in particolare, Annigoni dimostra ancora una volta la sua straordinaria capacità di leggere nell’animo umano che era uno degli elementi salienti del suo temperamento artistico e riesce a far trasparire la bontà d’animo e il carisma di don Facibeni, la assoluta semplicità di un uomo che non ha mai chiesto nulla per sé e che ha saputo costruire un’opera straordinaria quale è appunto la Madonnina del Grappa’’’.
Benché Annigoni abbia eseguito il dipinto nel 1986, a quasi 30 anni di distanza dalla morte del Padre, scomparso nel 1958, la sua immagine vibra ancora davanti al visitatore che non può non rimanere colpito dal profilo di don Facibeni che sembra così vivo quasi fosse davanti al pittore intento a ritrarlo. Annigoni, che aveva conosciuto in vita don Facibeni, era rimasto, infatti, molto colpito dalla personalità di questo religioso, tanto da esclamare “… quando si vedono certi sguardi non si può dubitare della presenza di Dio …”.
L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze è grato alla Madonnina del Grappa e a don Corso Guicciardini per l’opportunità di questo dono natalizio che rappresenta anche l’occasione, durante la presentazione alla città, per un momento di riflessione e di auguri in vista delle imminenti Festività.
La mostra ’Pietro Annigoni: presenza di un Artista’, a cura di Emanuele Barletti con la collaborazione di Arabella Cifani e Franco Monetti, è promossa e realizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Guelpa di Ivrea con Rossella Segreto Annigoni. Ha il patrocinio di Regione Piemonte, Regione Toscana, Comuni di Bagno a Ripoli, Firenze, Ivrea, Milano, Pontassieve, Stia, e si avvale della collaborazione con le Fondazioni Parchi Monumentali Bardini e Peyron.
DON GIULIO FACIBENI
Di famiglia modestissima, Giulio Facibeni nasce a Galeata (FC) il 29 luglio 1884. Dopo aver compiuto gli studi nel seminario di Faenza si iscrive alla facoltà di lettere nell’Istituto di Studi Superiori di Firenze e si mantiene facendo l’assistente nel semiconvitto delle Scuole Pie Fiorentine. Ordinato sacerdote il 21 dicembre 1907, fa le sue prime esperienze di apostolato tra le figlie dei carcerati, nelle scuole parrocchiali serali di S. Maria al Pignone e soprattutto tra gli studenti medi. Nell’ottobre 1912, mandato come vicario nella Pieve a Santo Stefano in Pane a Rifredi il sacerdote svolge una intensa azione pastorale: organizza associazioni cattoliche, doposcuola, scuola serale per operai; promuove iniziative di carità e, per stabilire un legame con tutti, crea un Bollettino parrocchiale. Richiamato alle armi nel 1916, è cappellano militare sul fronte dell’Isonzo, e poi sul Grappa dove viene decorato di medaglia d’argento. Torna a Rifredi nel 1919 e si dedica ad aiutare i bambini orfani di guerra. Un’esperienza che lo porta successivamente ad istituire
l’Opera della Divina Provvidenza ‘Madonnina del Grappa’ che viene inaugurata il 4 novembre 1924: è la famiglia dei senza famiglia che cresce costantemente. Al momento dell’inaugurazione i bambini ospitati sono 12; salgono a 100 dopo quattro anni; a 350 nel ’39; e diventano 1.200 nel ’49. Don Giulio Facibeni diventa il punto di riferimento per ricercati, soldati, ebrei; elemento di coagulo al di sopra delle parti e sempre in nome della carità: davvero “il povero facchino della Provvidenza Divina” come lui ama chiamarsi o, meglio ancora, “il padre” come, a partire dal 1939, preferiscono chiamarlo i suoi figlioli, i parrocchiani, l’intera città di Firenze. Muore il 2 giugno 1958 e tutta la città partecipa con commozione all’ultimo saluto che gli viene tributato con tutti gli onori.
L’OPERA DELLA MADONNINA DEL GRAPPA
L’Opera prosegue oggi il cammino intrapreso dal suo fondatore: creare attorno alle persone accolte, grandi o piccole che siano, un senso per quanto possibile autentico di famiglia, con quello che comporta una tale indicazione. L’Opera continua a trasmettere e potenziare il profondo valore del metodo pedagogico di cui Don Giulio è stato antesignano in Toscana, metodo grazie al quale tanti bambini, tutti accolti nell’amore ma anche nell’impegno che il padre chiedeva loro, hanno potuto trovare una guida che li aiutasse nel difficile percorso che è diventare “grandi”. L’Opera oggi al suo interno accoglie diverse realtà rispondendo sempre alle richieste dei più bisognosi.Le aree di interesse sociale in cui l’Opera agisce sono: minori (Case Famiglia, Nido, Centro Diurno, Accoglienza Madre con Bambino); anziani (Residenza Sanitaria Assistita); marginalità (Accoglienza nuclei familiari, accoglienza adulti in situazione di disagio, accoglienza di detenuti in stato di pena alternativa); scuola (Scuola Formazione Don Giulio Facibeni); centri estivi (colonia di Quercianella, Livorno; colonie di Mammiano e di Gavinana, Pistoia; missione Albania).
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