LA CITTA’ CONCLUSA. Un film su Mario Mariotti
Pubblicato il 19 Luglio 2013
A 17 anni dalla morte di Mario Mariotti, Firenze ricorda uno dei suoi più straordinari artisti, con un film dal titolo LA CITTA’ CONCLUSA che sarà realizzato dal figlio Andrea, con il sostegno di Oma (l’ Osservatorio dei Mestieri d’Arte, nato nel 2001 come insieme articolato di progetti sviluppati dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con l’obiettivo di promuovere il settore dei mestieri d’arte) e di un team d’eccezione. Si è infatti costituita l’Associazione Culturale Mario Mariotti, presidente.Alessandro Berti, vice presidente Andrea Mariotti (regista, musicista, compositore e molto altro ancora), consigliere Anna Angelica Ricci, nata per sostenere il crowd funding per la realizzazione del progetto. L’iniziativa è stata presentata stamani al cinema Odeon di Firenze, assieme ad un primo promo del film.
«Il nostro è un appello all’intera città – ha spiegato Andrea Mariotti – rivolto a tutti coloro che vorranno diventare parte attiva del film, finanziandolo e promuovendolo. LA CITTA’ CONCLUSA servirà a raccontare il percorso artistico di mio padre, indissolubilmente legato a Firenze, in particolare straordinario artigianato dell’Oltrarno. Ente Cassa di Risparmio di Firenze ci ha già aiutati ad iniziare il progetto. Con l’aiuto e la collaborazione di Francesca Mariotti e del Centro di Arte Contemporanea Luigi Pecci stiamo già lavorando per costruire questo complicato e suggestivo progetto per lasciare Mario Mariotti nelle prossime pagine della nostra storia. I contribuenti diventeranno produttori del film insieme agli enti finanziatori e agli sponsor. Gli aggiornamenti verranno pubblicati sulla pagina FB su Mario».
«Quello che cercherò di far vedere al pubblico – ha proseguito – è il motivo per cui il lavoro di Mario Mariotti arrivava a essere comprensibile per chiunque, nonostante fosse in realtà estremamente profondo e complesso. Il suo segreto stava nella sua capacità di giocare con la bellezza della vita senza chiederle nulla in cambio. Un balletto di coppia durato sessant’anni, al cui termine confessò che gli sarebbe piaciuto continuasse ancora, ma che in fondo era durato abbastanza per ritirarsi e lasciare a Firenze la sua memoria».
«Nel film – ha detto ancora il regista – racconterò la sua vita dall’inizio, partendo da Montespertoli, dov’è nato nel 1936, fino ai giorni della malattia e della sua morte nel 1997. Saranno intervistati tutti coloro che hanno avuto con lui rapporti di lavoro e di amicizia, gli assessori di quegli anni Ottanta che hanno contribuito alla realizzazione delle performance sulla città, i bambini che per anni si sono dipinti le mani nelle scuole, i pubblicitari e i grafici con cui Mario ha collaborato, gli amici e colleghi artigiani di Oltrarno, gli intellettuali, i ballerini e i coreografi, i registi e i costumisti, i suoi più cari amici e tutti coloro hanno interagito con lui. Sarà un documento di informazione e un catalogo completo da lasciare alla storia, ma soprattutto un film cinematografico, narrativo e sentimentale che parlerà di Firenze vista con gli occhi di Mario Mariotti Artista Fiorentino dei giorni nostri, attraverso una personale rilettura e interpretazione. Ho già raccolto e filmato alcune testimonianze importanti come quelle di Andrea Granchi e Massimo Becattini, Andrea Rauch, Stefano Pezzato ed Edoardo Malagigi, che saranno integrate al film insieme a molte altre. Dovrò costituire un gruppo di lavoro composto da storici dell’arte, filosofi e giornalisti per completare il lavoro che mia sorella Francesca ha già fatto in un catalogo esaustivo in occasione della mostra personale al Centro Pecci dello scorso anno che lei stessa a curato insieme a Stefano Pezzato. Oltre che una troupe tecnica per la realizzazione del film. La sceneggiatura inizierà solo quando sarò sicuro del budget che avrò a disposizione, così come la scelta e il numero dei collaboratori scientifici e artistici. La linea guida sarà la figura di Mario Mariotti che passeggia per Firenze di spalle seguito dalla camera e dal suo pensiero in ‘voice over’, con il riccioli brizzolati e il suo inconfondibile impermeabile».
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